Descrizione
Doppio appuntamento organizzato dal Comune di Bibbona in collaborazione con Istoreco Livorno in occasione della Giornata della Memoria, dal titolo “La vicenda ebraica alla luce di una storia familiare”. Venerdì 24 gennaio alle ore 11 Catia Sonetti (direttore scientifico di Istoreco Livorno) incontra le classi terze delle scuole secondarie di primo grado Cielo D’Alcamo di Bibbona mentre nel pomeriggio, alle ore 17, si terrà un incontro al Teatro la Palestra aperto a tutta la cittadinanza.
“La Memoria è un nostro grande patrimonio – sottolinea l’assessora alla Cultura Manuela Pacchini -. Compito delle Istituzioni è coltivarla, promuovere ogni iniziativa per la sua diffusione in particolare tra le nuove generazioni ma non solo. In questo libro che andremo a proporre c’è una famiglia al centro, con la sua storia personale. Ma attraverso le loro storie ‘private’ si vedono la Storia d’Italia, i desideri di emancipazione delle donne che cominciano ad emergere, la costruzione di nuclei familiari non più disponibili a vivere nel grande “clan”, la fine dei matrimoni combinati. Invito la cittadinanza a partecipare all’incontro del pomeriggio al teatro perché conoscere la storia serve anche a non ripetere gli errori del passato e a costruire una società priva di discriminazioni”.
L’autrice, Catia Sonetti, presenterà il libro “Attraversare il tempo con le parole. Lettere di una famiglia ebraica da Livorno per Asmara, 1937 – 1947”, Il Mulino, 2023 che parla di una famiglia di farmacisti, di Livorno, ebrei e “naturalmente” fascisti. Una famiglia plurinucleare poiché nella stessa palazzina convivono a lungo tre nuclei, la vecchia coppia formata da Emma De Rossi Castelli con il patriarca, il vecchio Ugo Castelli, la coppia formata da Carlo il primogenito con la moglie Paola Crovetto e la figlia Elena, la coppia di Aleardo Lattes sposato con la figlia Ada e padre di Mario ed Elsa. Al di fuori di questo gruppo ci sono altre due coppie: quella di Anna, la figlia più grande sposata con Giorgio Orefice (l’unico antifascista) e madre di due figli, Gastone e Vittorio, e quella di Rita, l’ultima nata sposata con Beniamino Levi da cui avrà tre figli: Roberto, Emma e Lidia e che vive nella lontana Asmara, in Eritrea. Tutti questi personaggi si animano dentro il carteggio che intrattengono dal 1937 al 1947 (in alcuni periodi sostituiti dai cugini che hanno fatto l’aliyah e che si trovano in Palestina).
Il volume è costruito oltre che con le fonti documentarie (Archivio Centrale dello Stato, Archivio del Ministero degli Esteri, Archivio delle Comunità ebraiche italiane, Archivio di Stato di Livorno, Archivio della comunità ebraica di Livorno) e da una foltissima bibliografia, con le 647 lettere conservate da Rita e poi dalla figlia Lidia attraverso le quali si vedono le collocazioni politiche, le aspirazioni delle giovani generazioni, le abitudini sia culinarie che dei loisirs della buona borghesia ebraica italiana, i loro valori e le loro reazioni di fronte alla persecuzione.
Si assiste alle differenze di trattamento che il regime riservò agli ebrei in patria piuttosto che a quelli presenti nel corno d’Africa e si segue, passo passo, la fuga di questi nuclei per salvarsi dai rastrellamenti e dalla deportazione e i loro continuo e ininterrotto impoverimento.
Il libro si chiude all’inizio del 1947 quando tutti i personaggi, sopravvissuti, si ricollocano sia dal punto di vista politico che familiare ma anche si distribuiscono su un territorio molto più ampio di quello labronico.