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Trent'anni dalla strage di capaci

Una mattinata di riflessione con gli alunni della scuola media cielo d'alcamo

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“Oggi ricordiamo un evento accaduto 30 anni e che ha segnato profondamente la storia del nostro paese, una pagina di storia dai lati più oscuri. La mafia di quegli anni, quella che uccide in quel modo, non esiste più ma si è evoluta ed è ancora presente anche se in forme diverse: la mafia, infatti, è cambiata diventando più subdola e legata agli interessi e alla vita economica del nostro paese. Voi non eravate ancora nati però quello di cui si parla oggi è il sacrificio fatto da alcune persone per tutti noi, per darci quella libertà e quel senso di legalità con cui oggi siamo abituati a confrontarci. L’errore, però, è dare tutto per scontato”. Questo il concetto che il Sindaco, Massimo Fedeli, ha inviato oggi agli studenti della scuola media ‘Cielo d’Alcamo’, in occasione della giornata in ricordo dei 30 anni dalla strage di Capaci, una strage di stampo mafioso in cui persero la vita il magistrato Giovanni Flacone, insieme con la moglie e gli uomini della scorta. Una mattinata di riflessione, un invito aperto dalla canzone degli Stadio ‘Per la bandiera’, scritta il 24 maggio 1992, seguita dall’intervento del Sindaco Fedeli, del luogotenente della stazione di Bibbona, Mario Caramelli, e dalla presentazione del libro di Alessandro Sarra Fiore ‘Abbuonu Accuminciammu’, tenuta dalla consigliera comunale Manuela Pacchini. “La guerra alle porte dell’Europra – ha ripreso Fedeli – ci ha insegnato proprio questo: abbiamo sempre dato per scontato il concetto di pace e tutto quello che rappresenta finché non l’abbiamo visto minacciato.

“Quello che vorrei fare io è ricordare i nomi di tutte le persone morte quel giorno – ha sottolineato la consigliera Pacchini nell’introdurre il testo di Sarra Fiore – perché negli anni passati, durante un incontro a scuola, mi è capitato di incontrare Angelo Corbo, uno degli agenti rimasto ferito nell’attentato e ascoltare il racconto di quello che aveva visto e vissuto. Un peso che le persone sopravvissute si porteranno dietro per sempre: a perdere la vita quel giorno di trent’anni fa furono il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie, anch’essa magistrato, Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani”. Il libro prende le mosse dalla storia dell’amicizia tra tre adolescenti palermitani, “uno figlio di un carabiniere, uno di un giornalista e l’altro di un malavitoso. Quello che voglio sottolineare – ha spiegato Sarra Fiore – è che l’amicizia può essere più forte della provenienza sociale”. Nel libro si raccontano vicende della quotidianità scolastica nella Palermo degli anni ’80: tre adolescenze che si snodano tra episodi di bullismo, prepotenze, ma anche amicizia vera e duratura che permette loro di superare e uscire indenni da una delle pagine più buie della storia d’Italia. Diverse le domande degli studenti di fronte alle tematiche trattate e alle pagine lette in alcuni passaggi anche in dialetto siciliano. Prima di andare via, gli alunni hanno ricevuto in omaggio, da parte dell’artista bibbonese Daniela Caciagli, un segnalibro appositamente disegnato per lasciare loro un ricordo della giornata della ‘Legalità e memoria’.

Ultimo aggiornamento: 24/05/2022, 09:30

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